APPROFONDIMENTI STORICI SUL PROCESSO A CAGLIOSTRO.
IL COMPLOTTO ANTIMONARCHICO.
Stranamente si trovano in Spagna molti documenti di origine italiana datati anno 1790, l'anno del processo a Cagliostro, documenti nei quali e' quasi palpabile il timore degli Illuminati e nei quali difficilmente si distingue tra questi ultimi e la Massoneria.
L'eco della Rivoluzione Francese ha ormai invaso tutta l'Europa e le Monarchie sono impressionate piu' che dal clima di morte e di terrore, dagli sconvolgimenti ideologici che potrebbero minare anche i loro regni; tra le varie carte che esprimono questa grande preoccupazione ne citiamo una conservata nell'Archivio Storico Nazionale di Madrid, una lettera scritta a Torino l'11 Agosto del 1790, nella quale si parla proprio degli Illuminati e del loro fine di cospirare contro i Sovrani, mentre nel Diario manoscritto nel 1789 dall'ex Gesuita padre Luengo ci si riferisce proprio agli Illuminati definendoli come Liberi Muratori.
In stretto rapporto con gli scritti sopra riportati e' una nota o memoria conservata nell'Archivio Segreto Vaticano, un appunto alla lettera del Sig. Stanteville indirizzata al Sig. Cavaliere de Pricca, Segretario di Stato del Re di Sardegna, Carlo Emanuele IV e datata Torino 3 Agosto 1790; in tale memoria si accenna ad una congiura che stava minando l'intera Europa, che agitava i Troni e turbava la Francia.
Questo pericoloso focolaio veniva identificato con la Massoneria, considerata la maggiore artefice della Rivoluzione Francese e che si supponeva avesse proprio in Francia dato la prima dimostrazione della sua potenza sempre piu' crescente, in questa nota esiste anche un riferimento a Cagliostro che viene considerato come il capo degli Illuminati di Berlino e si racconta anche dei contatti intrattenuti dalla Loggia di Edimburgo con Avignone, Parigi e Bordeaux, quest'ultima strettamente legata con Torino, Napoli, Berlino e la Spagna.
A chiusura di queste notizie si riafferma come sia "interesse comune di tutte le Corone spegnere molto presto questo focolaio esecrabile; proprio questa memoria venne trasmessa al Segretario di Stato Cardinale Zelada che molto peso ebbe nel processo e durante la prigionia del Conte di Cagliostro.
Esiste quindi una teoria del complotto antimonarchico che non puo' essere trascurata, teoria che pur non cambiando di molto il retroscena del complotto ordito contro Cagliostro, ne devierebbe le motivazioni verso parametri piu' vicini alla strenua lotta delle Monarchie per controllare il loro potere ormai vacillante ed all'appoggio della Chiesa verso i poteri forti che in fondo riflettevano ancora l'idea di Chiesa Stato, Potere Temporale e Potere Spirituale ben connessi tra loro e lontani dal furore patriottico e libertario che animo' l'Italia soltanto molti anni piu' tardi.
Poco tempo prima dalla redazione di questa nota, l'Inquisizione Romana aveva ordinato ai gendarmi pontifici di sequestrare i registri della Loggia degli Amici Sinceri, Loggia che si riuniva nel quartiere Trinita' dei Monti dove viveva il pittore Francesco Agostino Belli, l'azione venne compiuta il 27 Dicembre del 1789, contemporaneamente all'arresto di Cagliostro nella sua abitazione di Piazza Farnese; rimane ancora dubbio se le due azioni fossero combinate tra loro, alcune lettere sparse in vari Archivi parlano espressamente di una Loggia Romana che si riuniva in casa del pittore Belli ma distinguono anche un'altra Loggia, sempre nella stessa citta' e che faceva capo a Cagliostro e comunque sembra dimostrato che il Conte non avesse mai intrattenuto rapporti con la Loggia del Belli, formata in maggioranza da stranieri e da 4 sacerdoti.
L'unica relazione che legava Cagliostro alla Loggia degli Amici Sinceri era un suo personale rapporto con uno degli aderenti, il Venerabile De Loras, aspirante Ambasciatore dell'Ordine di Malta presso la Santa Sede in cerca dell'appoggio del Cardinale di Rohan, intimo amico di Cagliostro, e dal quale cercava una raccomandazione in tal senso.
Contropartita per questo favore sarebbe stata la facilitare la fondazione di una Loggia di Rito Egiziano in Roma cercando adepti tra i suoi amici Profani; tra le segnalazioni fatte a Cagliostro spicca il nome del Padre Cappuccino Francesco Giuseppe di S. Maurizio, gia' membro di una Loggia minore Romana ed appassionato di Alchimia.
E' bene a questo punto far notare come i fatti vennero stravolti dal Santo Uffizio e come di tutte le informazioni sopra riportate soltanto una parte venne resa nota, assolutamente falsa e fuorviante della verita'.
I rapporti del Frate Cappuccino con Cagliostro andarono oltre la semplice Iniziazione, egli collaboro', oltre alla fondazione della Loggia Egiziana, anche alla stesura della famosa Lettera al Popolo Francese, lettera mai giunta a destinazione perche' intercettata dal Santo Uffizio.
Questa lettera sara' l'atto decisivo per l'arresto di Cagliostro, la domenica del 27 Dicembre 1789, ad una riunione presieduta da Pio VI, prendono parte il cardinale Zelada, il Cardinale Antonelli, il Prefetto di Consiglio Pallotta e Campanelli Pio, viene trattato l'argomento come un vero e proprio problema di Stato e Monsignor Rumeini, Governatore di Roma, riceve l'ordine di far arrestare immediatamente Cagliostro ed il Frate Cappuccino.
Anche se il Processo venne intentato soprattutto alla Massoneria ed agli Illuminati, rei di cospirare contro le Corti Europee e contro la Chiesa, il timore indotto dalla figura di Cagliostro era sempre vivo, a tal punto che l'arsenale del Vaticano aperto di solito durante la Settimana Santa venne chiuso e che sia la Guardia Papale che quella di Castel S. Angelo vennero rafforzate; a questo punto qualcosa di strano turba la ritualita' ormai scontata di questa storia, l'uomo che contrasta con forza e convinzione tutti gli interrogatori ai quali viene sottoposto, che spiega con cura le proprie convinzioni, di colpo, il 4 Aprile del 1791, rende piena confessione dei delitti che gli vengono attribuiti.
E' forse un espediente decisivo in extremis dalla difesa per evitare la pena di morte al prigioniero oppure effettivamente assistiamo a quel famoso scambio di persona che prepotente sembra trasparire da tutte le carte riguardanti il Processo?
La pena viene improvvisamente commutata in carcere a vita, Serafina viene rinchiusa in un monastero ma con l'ordine esplicito che vi rimanga fino a quando il prigioniero sara' ancora in vita (per quale motivo?) ed il Frate Cappuccino viene condannato a circa dieci anni con il divieto di celebrare messa, condanna che verra' in seguito ridotta fino ad arrivare anche ad una sua completa riabilitazione.
Testimonianza di quanto riportato e' rintracciabile in una lettera datata 22 Aprile 1791 nella quale si conferma che Cagliostro verra' trasferito a scontare la propria pena nella Fortezza di San Leo, luogo tenebroso nel quale si pensa non sarebbe sopravvissuto per molto, contemporaneamente la Contessa di Cagliostro sarebbe stata obbligata a vivere in un convento durante il periodo di vita di suo marito.
Il convento di Santa Apollonia nel quale venne rinchiusa Serafina, era in realta' una vera e propria prigione ed in questo tetro luogo la Contessa di Cagliostro arriva il 27 Dicembre del 1789.
Rea di un mai nominato crimine, viene abbandonata a se stessa, gli viene tolto l'assegno datole dall'Inquisizione, viene dimenticata.
Secondo una antica narrazione, Serafina decise di rimanere nel Convento di Santa Apollonia per poi passare, in seguito, a quello di Santa Ruffina dal quale, stando a cio' che riporta il Codice Vaticano, non usci' mai piu'.
Quasi come il tragico verificarsi di un triste pronostico, Cagliostro morira' dopo pochi anni a San Leo, il 25 Agosto del 1795 e proprio in quella data molti si accorsero di aver creato involontariamente una leggenda.